Dimenticarsi di sé

XVII Anniversario della nascita

della Comunità di San Leolino

 

 

 

Venerdì 31 ottobre 2014

Vigilia della solennità di Tutti i Santi

 

 

Ore 18

Meditazione di Carmelo Mezzasalma

Superiore della Comunità

 

Ore 18.30

Primi Vespri della solennità di Tutti i Santi

Durante la celebrazione, i fratelli della Comunità di San Leolino rinnoveranno la loro promessa.

 

 

 

Anche quest’anno, in occasione del rinnovo delle nostre promesse, desideriamo condividere con gli amici un momento di riflessione e di condivisione, nella gioia di un altro passo compiuto e nella coscienza viva di implorare da Dio, insieme a voi, la grazia della perseveranza. Soprattutto quella della fedeltà al dono di Dio che è la missione che egli ci ha affidato.

 

La Chiesa cresce per testimonianza

 

La Chiesa cresce per testimonianza, non per proselitismo. La testimonianza che può attirare veramente è quella legata ad atteggiamenti che non sono gli abituali: la generosità, il distacco, il sacrificio, il dimenticarsi di sé per occuparsi degli altri. È quella la testimonianza, il “martirio” della vita religiosa. E per la gente è un “segnale di allarme”. I religiosi, con la loro vita, dicono alla gente: “Che cosa sta succedendo?”, queste persone mi dicono qualcosa! Queste persone vanno al di là dell’orizzonte mondano! Ecco, la vita religiosa deve permettere la crescita della Chiesa per la via dellattrazione.

La Chiesa deve essere attrattiva. Svegliate il mondo! Siate testimoni di un modo diverso di fare, di agire, di vivere! È possibile vivere diversamente in questo mondo. Stiamo parlando di uno sguardo escatologico, dei valori del Regno incarnati qui, su questa terra. Si tratta di lasciare tutto per seguire il Signore. No, non voglio dire “radicale”. La radicalità evangelica non è solamente dei religiosi: è richiesta a tutti. Ma i religiosi seguono il Signore in maniera speciale, in modo profetico. Io mi attendo da voi questa testimonianza. I religiosi devono essere uomini e donne capaci di svegliare il mondo.

Papa Francesco

(Udienza ai Superiori generali, 29 novembre 2013)

 

Specchio di vera amicizia

Quel nobilissimo fra i giovani, Giònata, non badando al blasone regale, né alla successione del regno, strinse amicizia con Davide e, mettendo sullo stesso piano dell’amore il servo al suo sovrano, preferì a se stesso lui, scacciato dal padre, latitante nel deserto, condannato a morte, destinato ad essere trucidato, a tal punto che, umiliando se stesso ed esaltando l’altro, gli disse: Tu sarai re ed io sarò secondo dopo di te (cfr. 1Sam 23,17). O specchio grande e sublime di vera amicizia! Mirabile cosa! […]

Questa è la vera, perfetta, salda ed eterna amicizia, che l’invidia non intacca, il sospetto non sminuisce, l’ambizione non riesce a rompere. Messa alla prova non vacillò, bersagliata non cadde, battuta in breccia da tanti insulti rimase inflessibile, provocata da tante ingiurie restò incrollabile. «Va’, dunque, e fa’ anche tu lo stesso» (Lc 10,37).

Aelredo di Rievaulx

(da L’amicizia spirituale)

 

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